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Consiglio europeo: Bruxelles, risultati modesti. Rimandata la revisione di Dublino. Proseguono sanzioni alla Russia

(Bruxelles) Il Consiglio europeo conclusosi nella tarda serata di ieri a Bruxelles ha segnato una tappa interlocutoria tra i 28 capi di Stato e di governo Ue: ma i principali problemi che l’Europa deve affrontare, fra spinte interne dei populismi ed esterne di sicurezza e migrazioni, rimangono sul tavolo. All’esordio il neo premier italiano Paolo Gentiloni, la presenza di diversi leader che marciano verso le elezioni nazionali (e che tendono per questo a rinviare i dossier più scottanti) come la tedesca Merkel e il francese Hollande, altri leader politicamente indeboliti come lo spagnolo Rajoy che guida un governo di minoranza e la britannica May, con un piede sull’uscio dell’Ue. E, inoltre, il rafforzamento e l’ulteriore chiusura del gruppo di Visegrad – Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria – che ormai fa blocco stabile rispetto a ulteriori passi avanti dell’integrazione comunitaria. In questa situazione politica risulta difficile ogni decisione. Infatti la revisione di Dublino e del diritti di asilo è rimandata, il che significa che l’Italia dovrà continuare a prendersi cura dei migranti che arrivano dal Mediterraneo senza che gli altri Paesi Ue le debbano correre incontro solidalmente. Sono stati decisi aiuti per 600 milioni al Niger per evitare nuovi flussi migratori verso l’Europa, sul modello dell’accordo con la Turchia. Altri sei mesi di sanzioni alla Russia per i rapporti con l’Ucraina, pressioni politiche per la situazione in Siria e aiuti umanitari. La difesa comune fa un piccolo passo avanti con il tentativo di coordinare l’industria militare europea.

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