Vita consacrata: p. Glenday (Usg), “imparare ad amare e sviluppare il dono della relazione”

foto SIR/Marco Calvarese

“Dobbiamo imparare ad amare e sviluppare il dono della relazione e non lasciarlo svanire o appassire”. Lo ha affermato ieri pomeriggio padre David Kinnear Glenday, segretario generale dell’Unione superiori generali (Usg), durante il convegno “Nel ‘noi’ dei discepoli di Gesù (VC 29). La Vita Consacrata nel mistero della Chiesa” in corso fino a domani all’Urbaniana di Roma. Parlando di “gioie, sfide e potenzialità delle relazioni tra Istituti di Vita Consacrata”, padre Glenday ha notato che “spesso manca una pianificazione strategica tra gli Istituti religiosi che operano nella stessa nazione o regione, mentre avrebbe molto più senso per loro pianificare insieme e mettere in comune le risorse per il bene della Chiesa”. Infatti, “di fronte alle enormi sfide relative a vita e missione, non c’è altra alternativa se non quella di unire i nostri cuori e le nostre menti, aiutandoci a vicenda”, ha proseguito il segretario dell’Usg, secondo cui “dobbiamo essere più risoluti nel seguire le conseguenze pratiche del nostro discernimento condiviso e incarnarle in progetti di missione comune” anche perché “la questione di costruire relazioni tra gli Istituti religiosi costituisce l’essenza stessa di ciò che la vita consacrata è chiamata ad essere” e senza relazioni “gli Istituti non potrebbero vivere in pienezza i loro carismi”. Nonostante sia “auspicabile che gli Istituti cooperino nella missione” – ha ammonito Glenday – “la nostra comunione non è solamente un modo di organizzarci meglio per rispondere alle necessità; è la nostra principale e più efficace testimonianza del Signore che seguiamo”.

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