Consiglio europeo: Schulz (Parlamento), “l’Unione ha bisogno di leader forti”. Migrazioni, ci vuole solidarietà

(Bruxelles) “Ho definito questa Unione il più grande risultato della nostra civiltà del secolo scorso, e sono ancora convinto che sia così. Troviamo il coraggio di lottare per questo progetto”. Martin Schulz ha pronunciato oggi il suo ultimo intervento come presidente del Parlamento europeo dinanzi al Consiglio dei capi di Stato e di governo Ue in corso a Bruxelles: a gennaio infatti Schulz lascerà la carica. Nel suo discorso, di 12 pagine, ha toccato una molteplicità di argomenti, dal Brexit alla cooperazione per una difesa comune, dalla situazione di Aleppo ai rapporti con la Russia, fino a terrorismo, politiche migratorie, completamento dell’unione economica e sociale e l’occupazione giovanile. Sulla Brexit ha invitato i Paesi europei a lavorare con spirito di leale collaborazione: “Non dobbiamo permettere che un fatto come la Brexit diventi una questione emozionale ma nemmeno rischiare di entrare in una palude burocratica difficilmente superabile. Non gettiamo benzina sul fuoco dei populismi che sostengono che l’Ue sia la causa di tutti i mali”. Schulz ha poi chiesto una maggiore cooperazione in materia di difesa: “Uno degli effetti positivi della Brexit è stata la spinta ad andare oltre, implementando la cooperazione in tema di difesa. È un’iniziativa che coinvolge molti di voi e questo mi rende ottimista. Dopo anni di retorica fine a se stessa, sono stati presi provvedimenti concreti. Vi invito a continuare questo slancio”.
Sugli sviluppi in Siria: “La riconquista di Aleppo è un punto di svolta nel conflitto. Ora più che mai dobbiamo sollecitare tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a rispettare i loro obblighi internazionali e agire in nome dell’umanità”. Schulz ha messo l’accento sull’importanza della solidarietà, essenziale se l’Ue “vuole affrontare con successo la crisi migratoria”. “Da più di un anno, le richieste d’asilo e l’immigrazione sono diventati la sfida più dura per l’Unione europea; una sfida che si può padroneggiare solo se ci si aiuta a vicenda con solidarietà reciproca”. Infine: “L’Unione europea ha bisogno di leader forti che seguano il loro obiettivo, senza paura dell’impopolarità del corpo elettorale nel breve periodo”. “Quello che facciamo a Bruxelles può diventare un successo solo se tutti ci comportiamo in maniera corretta. Smettiamola di fingere che tutte le cose positive provengono dal governo nazionale e tutti i fallimenti arrivano dall’Europa”.

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