“Gran parte delle strutture religiose svolgono un’attività di accoglienza caritatevole nei confronti dei meno abbienti, degli emarginati, dei disabili e di quanti sono alla ricerca di se stessi in momenti particolari della loro vita”. Lo sottolinea oggi, in una nota, Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana, in riferimento alla sentenza della Cassazione sulla tassazione ordinaria da applicare a un istituto religioso di Torino che ospita studentesse universitarie, pur senza voler “entrare nel merito del caso di Torino”. Rocchi ricorda “le oltre 27mila notti che in tutta Italia sono state messe gratuitamente a disposizione dei più disagiati durante il Giubileo, grazie all’iniziativa del portale www.ospitalitareligiosa.it con il sostegno della Cei”. A questa, prosegue, “si aggiungono altre iniziative similari come le disponibilità per l’emergenza terremoto del Centro Italia o il sostegno ad ospitalità agevolate in modo da venire incontro alle esigenze più disparate che le emergenze sociali ovunque portano a galla, come in occasione del Giubileo dei detenuti”. Il presidente dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana evidenzia che “sono attività che quasi sempre sopperiscono all’assenza dello Stato e dimostrano un’apertura ai bisogni della comunità nazionale, secondo le sollecitazioni più volte espresse dalle stesso Papa Francesco. Chi fa dell’ospitalità una professione, che sia laico o religioso, è giusto che contribuisca con il proprio apporto alle casse dello Stato. E sono in tanti a farlo, pur se non fanno notizia”. Allo stesso modo, conclude Rocchi, “chi si impegna nel silenzio e senza pubblicità per un’accoglienza verso i più bisognosi o verso chi è in stato di necessità, ha diritto di vedere riconosciuto un ruolo sociale e un concreto apprezzamento per l’impegno che dedica quotidianamente a questo servizio”.