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Premio Sakharov: Nadia Murad al Parlamento Ue racconta di violenze e schiavitù. “Ma la forza viene da Dio”

(Strasburgo) “Oggi ho il cuore pieno di gioia perché avete deciso di sostenerci, non siamo più sole”. Nadia Murad, insignita del Premio Sakharov 2016 assieme alla connazionale Lamiya Aji Bashar, interviene al Parlamento Ue di Strasburgo e, ricevendo il premio per i diritti dell’uomo e la libertà di pensiero, porta la testimonianza delle violenze subite, di famiglie distrutte, di un “popolo che viveva in pace, con persone di religioni differenti, e che è stato disperso” dall’Isis. “Il Daesh voleva disperderci, far terminare la nostra voglia di vivere. Il Daesh è contro la vita. Il radicalismo religioso, come il terrorismo, sono contro l’umanità”. Nadia alterna racconto personale con osservazioni sulla situazione del Medio Oriente. “Nella mia famiglia, nella mia comunità religiosa – spiega – ho imparato a rispettare le persone, a pregare per la pace tra i popoli. Ce lo hanno insegnato le nostre madri, che sono state ora trucidate dall’Isis. Oggi ci son mezzo milione di yazidi senza terra: occorre creare un’area in sicurezza dove possano vivere, altrimenti diventeranno tutti profughi e si riverseranno sull’Europa”. Nella giovane biografia della Murad – 21 anni, mentre Lamiya Aji Bashar ne ha 18 – figurano sofferenze, lutti, deportazione, schiavitù, ma non si arrende: “La forza viene da Dio”, afferma, e invoca un intervento per portare la pace nella sua terra.

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