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Premio Sakharov: Lamiya Aji Bashar al Parlamento Ue, “proteggete yazidi e cristiani” in Iraq. Giustizia e una terra sicura

(Strasburgo) “Questo premio che date oggi a me e a Nadia è assegnato a ogni donna e ragazza che è stata schiava sessuale del Daesh. È un premio a tutti coloro che subiscono violenze e sopraffazioni. Un riconoscimento al popolo degli yazidi, vittima di genocidio”. Lamiya Aji Bashar parla nell’emiciclo di Strasburgo, davanti agli eurodeputati. Racconta la storia sua, dell’amica Nadia Murad, del suo villaggio in Iraq distrutto, due anni or sono, dall’Isis. Uomini uccisi, donne e bambini tradotti in schiavitù. L’Europarlamento ha assegnato a queste due donne – poi fuggite dalla prigionia e riparate in Germania, dove sono state accolte e curate – il premio Sakharov per la libertà di pensiero e i diritti umani. Le ospiti, in costume tradizionale, invocano la pace per la propria gente e “una terra sicura dove poter tornare a vivere”. Lamiya porta la testimonianza di chi è sfuggito alla morte (l’esplosione di una bomba le ha portato via l’amica Caterina, lasciando lei sfigurata in volto) e ora invoca giustizia. Racconta di essere stata venduta quattro volte, l’ultima delle quali a un medico di Baghdad “che mi ha violentata e violentava bambine di 9 o 10 anni”. Piange. “Dio mi ha aiutata a superare tutto”. “Prometteteci – dice rivolta agli eurodeputati – che queste cose non accadranno più. Abbiamo bisogno dell’Europa, yazidi e cristiani in Iraq hanno bisogno di essere protetti” dalla comunità internazionale.

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