Elezioni presidenziali Usa: Alcaro (Iai), in Europa apprensione per esito del voto. “Clinton più vicina all’Ue”

“Per 70 anni gli europei hanno guardato con curiosità, interesse e qualche volte apprensione alle elezioni presidenziali Usa. Raramente hanno però avuto fondati motivi di pensare che l’esito del voto potesse risultare in una radicale trasformazione del rapporto con l’alleato d’oltreoceano. Quest’anno la situazione è ben diversa”. Lo afferma Riccardo Alcaro, responsabile di ricerca presso l’Istituto affari internazionali di Roma: lo Iai sta seguendo da vicino le elezioni Usa e questa notte sito e social dell’istituto daranno aggiornamenti in tempo reale sugli esiti del voto (per info: http://www.affarinternazionali.it/). Alcaro osserva: “Hillary Clinton è persuasa che la sicurezza e la prosperità dell’America derivino dalla sua capacità di mantenere un’economia aperta e fondata sull’innovazione, garantire la libertà di navigazione, rassicurare gli alleati, contenere i rivali, facilitare risposte coordinate a sfide transnazionali, nonché promuovere i valori e gli ideali americani come democrazia e liberalismo… Quando guarda all’Europa, Clinton vede un blocco di Paesi stabili, affini agli Stati Uniti sul piano politico-culturale e legati a Washington da vincoli di amicizia e dipendenza”. “L’Ue è anche il principale partner economico degli Usa”. “Più in generale – afferma Alcaro – l’Europa rappresenta per Clinton l’altra metà dell’Occidente e un pilastro dell’ordine liberale fondato nella seconda metà del XX secolo”. D’altra parte “Trump dà voce a una percezione degli interessi statunitensi completamente diversa. Per come la vedono lui e i suoi sostenitori, la globalizzazione e il libero commercio hanno favorito i Paesi concorrenti dell’America, in primo luogo la Cina, e le alleanze Usa in Europa e Asia sono un inutile peso sulle finanze federali che non portano vantaggi. Per Trump le relazioni internazionali ruotano attorno alla forza, militare ed economica, e pertanto ad avere reale efficacia non sono le alleanze, i regimi o le istituzioni multilaterali, bensì gli accordi – i deals, per dirla come lui – tra le potenze che contano. Dal momento che gli Stati Uniti sono la maggiore tra queste potenze, Trump ritiene che dovrebbero sempre essere in grado di ottenere il deal più vantaggioso”. Così “quando guarda all’Europa Trump vede un insieme di Paesi che, in misura variabile, si approfittano della protezione offerta dagli Usa”.

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