Diocesi: Bolzano-Bressanone, il 13 novembre la domenica della carità per i “senzatetto”

“Essere senzatetto è la forma più evidente di povertà e, allo stesso tempo, la più estrema. Chi non ha un tetto sopra la testa ha spesso toccato il fondo e non sa più come rialzarsi”. A sottolinearlo sono i due direttori della Caritas di Bolzano-Bressanone, Paolo Valente e Franz Kripp, in occasione del lancio della campagna “La povertà è più vicina di quanto pensi”, organizzata  il 13 novembre dalle parrocchie altoatesine per celebrare la Domenica della Carità. L’attenzione della campagna sarà rivolta quest’anno a tutte le donne e gli uomini che, per differenti ragioni e cause, hanno perso la propria abitazione e ogni sicurezza nella loro vita. “Al termine ‘senzatetto’ in passato veniva associata generalmente l’immagine di una persona che dormiva sotto un ponte o su una panchina, con una folta barba incolta, e magari un cartone di vino appresso. Questa realtà esiste ancora, ma se ne è aggiunta una nuova: uomini e donne che fino a poco tempo fa erano parte attiva della società e che per una serie di esperienze e circostanze negative hanno perso la loro abitazione e, di conseguenza, la loro dignità. Sono i cosiddetti ‘nuovi senzatetto’, il cui numero in Alto Adige è notevolmente aumentato”, spiegano i direttori della Caritas, facendo notare che “i senzatetto provengono sempre più da strati sociali fino a poco tempo fa estranei a questo fenomeno. È una condizione che colpisce, inoltre, indipendentemente dall’età”. Sono, per la stragrande maggioranza, giovani disoccupati, pensionati, persone separate o divorziate, uomini e donne che con il proprio salario non riescono a permettersi un’abitazione, racconta Danilo Tucconi, responsabile Caritas dell’area senzatetto: Caritas cerca di arginare tutto ciò attraverso le sue nove strutture per senzatetto e senza fissa dimora che ospitano momentaneamente quasi 300 uomini, donne e bambini.

Nel 2016 sono finora circa 800 le persone che hanno trovato accoglienza e rifugio in queste strutture. Nel complesso, in Alto Adige, ogni anno si registrano oltre 100.000 pernottamenti. È prevedibile un aumento del fenomeno e del bisogno, a causa delle difficoltà che i profughi riscontrano nel trovare alloggi a condizione di mercato. “Gli utenti – spiega Magdalena Oberrauch, responsabile della “Casa dell’Ospitalità”, struttura per senzatetto di Bolzano che si trova in via Trento – vengono motivati e si cerca di far ritrovare loro la fiducia in se stessi, per impedire che i problemi diventino cronici e che gli ospiti rimangano permanentemente bloccati nella loro situazione”. A Bolzano presso la Casa dell’Ospitalità e Casa Margaret hanno trovato un tetto sopra la testa rispettivamente 87 uomini e 52 donne. A Casa Freinademetz 81 persone tra donne, uomini e famiglie in emergenza abitativa hanno trovato rifugio. Al servizio Migrantes di Bolzano, cui sono collegati tre diversi tipi di strutture abitative per cittadini non Eu, da gennaio ad oggi hanno trovato ospitalità temporanea 294 donne, uomini e bambini. A Brunico, presso Casa Jona, 36 persone hanno trovato accoglienza, mentre grazie al servizio 4 Mura 60 persone tra Bressanone e Caldaro vivono temporaneamente in 20 unità abitative. A Casa Archè a Merano, così come nell’alloggio notturno, presso Casa Santa Maria e nei due appartamenti di training abitativo hanno trovato sistemazione finora 130 persone.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy