Usa: Okure (Afjn), “violenza mai vista. Migranti additati come nemici”

(DIRE-SIR) – “Vivo negli Stati Uniti da 30 anni e tanta violenza non l’ho mai vista né respirata”: a parlare con la Dire è Aniedi Okure, direttore di Africa Faith & Justice Network (Afjn), associazione cattolica con sede a Washington che si batte per relazioni internazionali responsabili verso il Sud del mondo. Il colloquio, alla vigilia delle elezioni per la Casa Bianca, comincia da un episodio risalente a due settimane fa. L’arresto di tre uomini, incriminati per aver pianificato un attentato contro un palazzo che ospita immigrati somali a Garden City, nel Kansas. Al termine di un’inchiesta durata otto mesi, l’attorney Tom Beall ha denunciato l’esistenza di “una cultura clandestina di odio e violenza” che avrebbe potuto causare centinaia di vittime. “Gli arresti – sottolinea Okure – sono stati l’ultima conferma del ritorno degli ”hate groups”, portatori di un messaggio di discriminazione e violenza alimentato dalle elezioni più divisive mai viste negli Stati Uniti”. Originario della Nigeria, il direttore di Africa Faith & Justice Network sottolinea che lo scontro elettorale tra Donald Trump e Hillary Clinton è stato attraversato dall’interrogativo velenoso su chi sia “il vero americano”. Parallelamente, accusa Okure, “sono stati lasciati completamente da parte i nodi delle politica internazionale e in particolare i doveri di solidarietà degli Stati Uniti verso il Sud del mondo”. Secondo il direttore di Africa Faith & Justice Network, “i migranti, somali o ”latinos”, sono stati additati come non americani e dunque nemici”. Un messaggio pericoloso, denuncia Okure: “Rischia di lasciare strascichi ben al di là del voto di domani, alimentando divisioni, violenze e caos proprio mentre Papa Francesco, nell’anno della Misericordia, invita a costruire ponti”. (www.dire.it)

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