Monsignor Galantino: “superare ogni forma di intolleranza e di conflitto”

Il problema dell’intolleranza va “affrontato nel suo insieme:  là dove una minoranza qualsiasi è perseguitata ed emarginata a motivo delle sue convinzioni religiose o etniche, il bene di tutta una società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, prendendo a prestito le parole pronunciate da Papa Francesco nel discorso alla delegazione del “Simon Wiesenthal Center” del 24 ottobre 2013, in cui Francesco “ha fatto esplicito riferimento “alle sofferenze, all’emarginazione e alle autentiche persecuzioni che non pochi cristiani stanno subendo in diversi Paesi del mondo”. “Ne sono personalmente testimone, nelle molteplici missioni compiute a nome dei vescovi italiani in Medioriente, con particolare attenzione ai profughi iracheni e siriani, come a tante situazioni che feriscono la pace e la convivenza in Terrasanta”, ha aggiunto il segretario generale della Cei durante l’audizione di oggi alla Camera. “Nel decennio in corso – ha ricordato il vescovo – la Chiesa italiana ha assunto l’opera educativa come ambito prioritario di impegno, con l’attenzione a superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative, cercando insieme di formare alla cittadinanza responsabile con, in particolare, l’impegno esplicito a superare ogni forma di intolleranza e di conflitto, come pure paure, pregiudizi e diffidenze, promuovendo la mutua conoscenza, il dialogo e la collaborazione”. Di qui le “numerose iniziative in essere, assunte con convinzione e continuità dalle comunità ecclesiali”, che “spaziano dalle proposte di percorsi di volontariato e di servizio civile in Italia e all’estero, all’accoglienza di decine di migliaia di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta; di pari passo, vanno le centinaia di progetti sostenuti nel Sud del mondo e rivolti allo sviluppo integrale della persona”. Sul fronte dell’impegno culturale, Galantino ha citato “le iniziative di dialogo interreligioso con ebrei e musulmani, come il sostegno alla campagna per la riforma della legge di cittadinanza, così da riconoscerla alle centinaia di migliaia di bambini e ragazzi figli dell’immigrazione e nati o comunque cresciuti nel nostro Paese: per molti di loro gli oratori e le sale della comunità sono luoghi di incontro e di effettiva integrazione”. Senza contare la campagna di comunicazione “Anche le parole possono uccidere”, voluta “per superare ogni forma di intolleranza e aggressività”, e “l’attenzione per la promozione della dignità dei carcerati, a partire dall’impegno a rendere i luoghi di detenzione italiani degni di uno Stato di diritto”.

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