Monsignor Galantino: “nazionalismi e localismi minacciano l’Europa”

“I nazionalismi e i localismi minacciano l’Europa”. È l’analisi di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che a proposito della situazione del nostro Continente, durante l’audizione alla Camera, ha fatto notare che “anziché crescere in percorsi di inclusione sociale ed economica in Europa si rischia di chiudersi”. In altre parole: “i pericoli all’europeismo più che da fuori (immigrati, islam, terrorismo) vengono da dentro”. Di qui l’importanza di “fare ogni sforzo per rafforzare la sicurezza sociale in Europa, attraverso una politica comune, un’organizzazione più forte, una difesa condivisa, una politica dell’immigrazione aperta alle identità molteplici e a condividere l’accoglienza di chi chiede una protezione internazionale”. Tutto ciò,  rifuggendo dai “rigurgiti di una retorica nazionalista, che rischia di veicolare pericolosi atteggiamenti di razzismo e xenofobia”. “La risposta alla disgregazione, che ieri nasceva dalla guerra e oggi dai conflitti sociali, passa da una capacità di unione all’interno di un quadro europeo e internazionale di tutela del bene comune”, la tesi di Galantino, secondo il quale “è questa anche l’unica strada con la quale tutelare e promuovere al meglio gli stessi interessi delle singole nazioni”. “L’antidoto necessario alla diffidenza e alla paura, nonché alle regressioni difensive che ingenerano, rimane l’educazione al rispetto dell’altro, il richiamo inesausto alla dignità assoluta di ogni persona umana, senza opzioni parziali inevitabilmente falsificanti e non di rado strumentali”, ha proseguito il segretario generale della Cei illustrando “il lavoro culturale che mira a costruire ponti, capaci di superare gli abissi dell’esclusione, della xenofobia e della violenza”.  Su questa prospettiva di impegno, ha assicurato, “si possono realizzare forme di dialogo e di incontro fra credenti e non credenti feconde per il bene comune. Per costruire “una cultura dell’incontro, del rispetto, della comprensione e del perdono reciproco”, auspicata da Papa Francesco, “è di particolare importanza la formazione”, che passa attraverso il “coinvolgimento attivo e responsabile dei nostri giovani”.

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