Diocesi: mons. Renzo (Mileto) inaugura la Scuola di dottrina sociale. “Oggi il potente mangia il più debole”

“Il tema del lavoro, o forse meglio del non lavoro, in questi ultimi anni in particolare è di grande attualità e drammaticità. È un vero dramma vedere come tanti giovani hanno addirittura rinunciato a cercarlo e qualche altro lo trova su strade deviate”. Con queste parole monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, ha iniziato sabato scorso la prolusione “Giovani, lavoro e messaggio cristiano” all’inaugurazione della Scuola di dottrina sociale della Chiesa a Vibo Valentia. Volendo offrire una “visione cristiana” del lavoro, mons. Renzo ha richiamato il magistero di Papa Francesco, considerando che “senza lavoro o col lavoro sfruttato l’uomo scade e perde la sua dignità più vera”. Infatti, “noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. La persona umana è in pericolo, perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia”. Per il presule calabrese “oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole”. Conseguenza ne è che “grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare”.
Da qui mons. Renzo lancia un invito. “Chi lavora, oggi è chiamato a una responsabilità ulteriore: creare opportunità per chi, invece, è uscito o non è mai entrato nel mercato del lavoro. Il vero rischio per chi non lavora è di restare solo; è il disfacimento della relazione umana”. Il vescovo, infine, propone “la logica cristiana”, che “va oltre la logica del profitto e dell’economia di mercato per proporre, in spirito evangelico, la reciprocità fraterna e un’economia della gratuità davanti alle situazioni di emergenza e di povertà estrema”.

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