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Polonia: da Auschwitz appello contro la guerra di tutti i capi delle comunità religiose d’Israele

“Facciamo appello a tutti i responsabili del mondo affinché nei propri Paesi e attraverso l’Onu si adoperino con incessante determinazione contro l’antisemitismo e l’odio verso gli altri che di nuovo fanno soffrire le società moderne”: lo hanno dichiarato ieri, 2 novembre, in Polonia, i capi di tutte le comunità religiose ufficialmente riconosciute in Israele. La delegazione composta da ebrei, musulmani, cristiani, drusi e rappresentanti di altre comunità religiose visitando il museo del lager nazista di Auschwitz ha concluso il suo viaggio di quattro giorni a Varsavia e Cracovia, promosso dai vescovi polacchi e dalle autorità israeliane. “La visita rappresenta un appello affinché la religione non sia usata come pretesto per violenza e terrore, come succede in Israele”, ha affermato Anna Azari, ambasciatore di Israele in Polonia. Il portavoce dei vescovi polacchi, don Pawel Rytel Andrianik, ha sottolineato invece come l’appello di capi religiosi dalla Polonia “che più di altri Paesi aveva sofferto durante la Seconda guerra mondiale”, riprenda le parole di Papa Francesco sul “nuovo conflitto globale” definito “una guerra a pezzi”. Sottolineando il valore storico della vista, il rappresentante del ministero degli esteri israeliano Ron Brummer ha osservato: “È stata la prima volta in cui i rappresentanti di tutte le religioni professate in Israele hanno riconosciuto insieme la drammatica storia degli ebrei”.

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