Cardinale Bagnasco: “Il sacerdote non è un operatore sociale ma è l’uomo di Dio”

“Il sacerdote non è un operatore sociale ma è l’uomo di Dio”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio, nella Cattedrale di San Lorenzo, in occasione della Messa per l’ordinazione presbiterale di don Andrea Carcasole e di padre Enea Traffano, d.O. “Oggi – ha detto ai due ordinandi – siete costituiti maestri di fede ma per essere tali dovrete essere uomini di fede, dovrete ragionare non secondo le categorie del mondo ma secondo quelle di Cristo, quelle della Pasqua di morte e resurrezione, della croce gloriosa. Separare queste categorie significa non capire più nulla dell’esistenza umana della storia dell’universo. La vita pastorale non potrà mai essere preghiera se non vi sono nella vita del prete spazi personali di preghiera dove il vostro cuore umano parla al cuore divino. Il mondo sta male perché perde il contatto con la realtà sempre di più. Crede che tutto si riduca a ciò che vede e tocca a ciò che può misurare mentre la realtà è molto più grande. Ciò che è invisibile è più concreto e importante di tutto ciò che vediamo. Questa miopia spirituale può colpire anche noi sacerdoti e pastori. Nessuno può considerarsi esente da questa miopia che può progredire con l’età. Per questo è necessaria l’adorazione che marca la differenza tra Dio e l’uomo, riconosce che solo Dio è Dio e non noi e così tornano al loro posto i giudizi e le scelte”.

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