Regno Unito: l’ex premier John Major contro Brexit. “Referendum da rifare?”. Interviene anche Tony Blair

“Ci sono ottime ragioni per fare un secondo referendum sul Brexit”, parola di John Major, ex premier conservatore britannico, successore della Thatcher, che la regina ha fatto baronetto. In una cena privata sir Major ha detto che “non è giusto che il 48% di cittadini britannici che hanno votato per rimanere nell’Unione europea vengano sottoposti alla tirannia della maggioranza”. Major è il secondo ex premier a sollevare dubbi sulla validità del voto dello scorso 23 giugno. In un’intervista con il settimanale “New Statesman” Tony Blair, ex premier laburista, ha sostenuto una tesi simile a quella di Major dicendo che “è possibile che i cittadini decidano di ripensarci per non perdere accesso al libero mercato”. Le parole di Major hanno riaperto la discussione all’interno del partito conservatore, da sempre profondamente diviso sull’Europa. Insomma sulla dipartita dalla Gran Bretagna dall’Unione europea il gioco è ancora tutto aperto. Il governo di Theresa May ha risposto alle parole dei due ex premier negando che esista la possibilità di un secondo referendum e confermando che l’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea, che avvia formalmente il processo di separazione, verrà invocato entro marzo. Toccherà, però, alla Suprema Corte, a gennaio, decidere se il premier può procedere o se sul Brexit deve esprimersi il parlamento di Londra.
In quest’ultimo caso Westminster potrebbe imporre al governo della May un Brexit “soft” che, pur non fermando il processo di separazione, lo diluisca mantenendo la Gran Bretagna nel libero mercato con l’accettazione di una serie di regole sull’ingresso dei cittadini europei. È proprio la perdita dell’accesso alle merci europee a preoccupare Tony Blair e John Major, il quale ha definito il libero mercato europeo “il mercato più ricco che l’umanità abbia mai conosciuto”.

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