“Domandiamoci che cosa significa farci carico di un accompagnamento educativo di un ragazzo che è già parte dell’umanità mediale: questa è la domanda che vi dovete porre per fare una buona diagnosi e intercettare la corretta terapia”: lo ha affermato monsignor Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, intervenendo a Bologna al seminario organizzato dall’Acr sul tema “#Tesseredigitali: discernere, condividere, agire”. Viganó si è presentato agli educatori dei ragazzi presenti al seminario come “chi accoglie un invito a parlare e dialogare con amici”. Ha quindi raccontato di vivere in presa diretta l’esperienza “della ristrutturazione e della riforma della comunicazione” vaticana “al tempo della convergenza digitale”. Da qui un’analisi approfondita sulle trasformazioni storiche e nel presente delle modalità di comunicare e dei mezzi e linguaggi della comunicazione. In tale contesto, ha affermato, “i cattolici devono essere intellettuali ‘di prima fascia’, non dei mediocri, perché il servizio al vangelo si fa pienamente”, con passione e competenza. Ciò vale specialmente in relazione alla missione educativa. Mons. Viganò ha fra l’altro osservato: “I media sono ovunque, anzi forse noi stessi siamo i media, e per questo i media non esistono più, esiste un’umanità mediale”.