Alluvione in Piemonte: don Avagnina (“L’Unione monregalese”), “i nostri paesi sono rimasti piagati in profondità”

“In questi giorni di bomba d’acqua insistente e devastante, per le nostre terre, forse si sono limitati i danni rispetto al ’94, non ci sono state vittime, la paura è stata tanta ma ci si è trovati anche più attrezzati, più tempestivi, più pronti a reagire e a premunirsi”. Lo afferma, l’indomani dell’alluvione che ha colpito pesantemente il sud del Piemonte, don Corrado Avagnina, direttore de “L’Unione Monregalese”, il settimanale della diocesi di Mondovì che attraverso il sito www.unionemonregalese.it continua a seguire l’evolversi della situazione. Nel territorio diocesano, per l’esondazione del Tanaro, i Comuni di Garessio, Bagnasco Ceva e Niella sono risultati tra quelli più danneggiati. “I vari centri operativi, con Protezione civile, forze dell’ordine, vigili del fuoco, istituzioni e volontari hanno fronteggiato l’evento, cercando innanzitutto di tutelare l’incolumità delle persone”, riconosce Avagnina, “ma i nostri paesi sono rimasti piagati in profondità, ancora una volta”. “Case, strutture, aziende hanno patito danni pesanti”, spiega il direttore, “in un lembo di provincia dove, a fatica, si sta cercando un riscatto socio-economico scommettendo sulle peculiarità di un territorio che invece è finito in ginocchio, con tanti presupposti andati in fumo, anzi travolti da fiumi e torrenti che non sono sembrati per nulla amici”. “La storia di generazioni insegna che queste botte non sono solo di oggi, ma per noi che le subiamo sono brucianti e sconsolanti”, ammette Avagnina, osservando che “la storia insegna pure che si può e si deve rialzare la testa. Non sarà agevole”. È “l’ora della solidarietà” e del “coraggio di una umanità condivisa, non arresa al peggio, ma capace di rimettersi in piedi con forza e tenacia”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy