Dare un segnale concreto di azione contro l’utero in affitto: questo l’obiettivo della conferenza stampa organizzata oggi al Senato (sala Nassirya) da ProVita onlus e dal senatore Lucio Malan. “Il tentativo di creare un fronte trasversale contro la barbara pratica dell’utero in affitto – ha esordito Toni Brandi, presidente di  onlus – è fallito. Solo i senatori dell’opposizione si sono rivelati concretamente disposti ad agire”. Tra gli altri, il senatore Carlo Giovanardi ha denunciato che a seguito delle proteste di un’associazione Lgbt è stato censurato dall’Uci Cinema lo spot di ProVita contro l’utero in affitto, che doveva essere trasmesso tra le pubblicità prima dei film. Il senatore Malan ha illustrato due azioni concrete intraprese dall’opposizione. Innanzi tutto, con riferimento alla denuncia, nell’ottobre 2015, di ProVita alla Procura della Repubblica di Milano dell’agenzia Prepara, venuta in Italia a vendere gameti e bambini in palese violazione dell’art.12 comma 6 della legge 40/2004, un’interrogazione al ministro della Giustizia. In essa si chiede se lo stesso “sia a conoscenza dei fatti illustrati e se non ritenga opportuno attivare i propri poteri ispettivi per verificare il corretto funzionamento del citato ufficio giudiziario, in merito a quella che all’interrogante pare un’evidente inerzia rispetto alle notizie di reato ampiamente documentati”. In secondo luogo un disegno di legge, che verrà presto presentato, specifica in modo chiaro ed inequivocabile il divieto di adozione da parte di coppie omosessuali (anche la stepchild adoption) e di iscrizione all’anagrafe di “genitori” dello stesso sesso, l’estensione delle pene già previste dal codice penale per la tratta, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento sessuale di donne e bambini e per chi pratica o promuove o favorisce l’utero in affitto e il commercio dei gameti, nonché la perseguibilità di chi abbia compiuto tali fatti all’estero, ma poi venga a risiedere in Italia.