Religiosi: p. Millán Romeral (Carmelitani), “la demografia delle nostre Congregazioni sta cambiando”

“Non mi sento né ‘bruciato’, né esausto e nemmeno scoraggiato. Certamente non mancano periodi di stanchezza o anche di scoraggiamento, ma penso che si possano avere anche nel compimento di altri servizi e ministeri”. Lo ha detto questa mattina padre Fernando Millán Romeral, da oltre nove anni priore generale dei Carmelitani, intervenendo all’88ª assemblea semestrale dell’Unione superiori generali in corso a Roma. La mancanza di formazione permanente, ha osservato, “conduce, in alcuni casi, a conseguenze abbastanza negative. Per esempio, la perdita di qualità nella nostra offerta pastorale, la mancanza di riflessione interna sulla vita dell’Istituto, la routine, cioè il fare le cose così, semplicemente perché si sono fatte sempre così, senza la capacità di discernere e di valutare le nostre presenze con criteri seri”. Per non parlare della “mancanza di entusiasmo nella vocazione, la mancanza di incentivi, l’atrofia di certe facoltà intellettuali, spirituali e carismatiche”. Secondo p. Romeral, la formazione permanente è “una sfida pressante” della vita consacrata. Quindi il superiore si è soffermato sulla “famiglia carismatica”, ovvero “una struttura o, per lo meno, la consapevolezza del fatto che il carisma non si limita solo ai religiosi, ma che è condiviso da religiose, forse da monache di clausura, e dai laici”. In questo ambito, si nota “una certa perdita di ‘grinta’, di entusiasmo, di creatività, di dedizione. Talvolta si considera che il tempo delle esperienze è finito e che è bene ritornare a ciò che si è fatto sempre. Ma la vita religiosa non può rinunciare alla sua pretesa di novità”. Infine, padre Romeral ha sottolineato che “un primo passo è prendere coscienza del fatto che la demografia delle nostre Congregazioni sta cambiando e, in non pochi casi, tra qualche anno, l’Europa non sarà la parte più numerosa”.

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