Biblioteche ecclesiastiche: Guerrieri e Trichetti (Cei), ruolo del Pbe. In Beweb 1.478.769 beni librari

L’authority file è lo strumento che consente il collegamento fra dati relativi ai diversi ambiti dei beni culturali, creati e gestiti secondo le specificità di ciascun ambito e nel rispetto dei criteri stabiliti dal ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibact). A soffermarsi sul suo ruolo chiave sono Claudia Guerrieri e Silvia Trichetti del Gruppo di lavoro dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei. Nel loro intervento a due voci all’incontro “Mano ai libri. A trent’anni dal Servizio bibliotecario nazionale e a dieci dalla nascita della rete di biblioteche ecclesiastiche” in corso alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, le due relatrici illustrano il progetto beni librari della Cei, partito dalla costruzione del catalogo e dalla partecipazione al Servizio bibliotecario nazionale (Sbn) e denominato Polo Sbn di biblioteche ecclesiastiche (Pbe). Tra i passi compiuti, l’adozione di uno standard di marcatura a carattere internazionale, il Marc22, e lo sviluppo di software adeguati. Diverse le soluzioni tecnologiche avanzate per garantire standard di qualità (Cei-Bib, Pre-Importer, Cei-Importer). Strategico l’investimento sulla formazione dei bibliotecari, per questo, oltre alle proposte dell’Abei, l’Ufficio Cei offre il corso Cei-Bib, un’area di training, un forum per l’assistenza, un callcenter e una mail dedicata. Ad oggi sono 204 le biblioteche aderenti, 102 diocesane e 102 gestite da ordini religiosi e facoltà teologiche. Oltre 70mila le descrizioni bibliografiche. Al centro dell’intervento anche il portale integrato Beweb che rende visibile il lavoro di censimento sistematico e di catalogazione del patrimonio storico e artistico, architettonico, archivistico e librario portato avanti dalle diocesi italiane e dagli istituti culturali ecclesiastici sui beni di loro proprietà. Tra questi 64mila edifici di culto e 1.478.769 beni librari. Il portale si rivolge con un linguaggio semplice ad un pubblico il più ampio possibile di specialisti e non; l’accesso cross domain ai dati dei diversi settori è facilitato attraverso varie possibilità di ricerca: google like, territoriale, cronologica e per Authority File (persone, enti, famiglie). L’obiettivo è “comunicare” a tutti i beni culturali ecclesiastici.

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