Papa sui migranti: Luca Negro (Fcei), “corridoi umanitari sono una risposta di umanità alla crisi e una garanzia di sicurezza”

“I corridoi umanitari rispondono a entrambe le esigenze: quella dell’accoglienza e quella della prudenza che chiede di accogliere avviando anche processi di integrazione”. Luca Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), più che commentare le parole pronunciate ieri da Papa Francesco sull’accoglienza dei migranti in Europa, preferisce parlare dell’esperienza dei corridoi umanitari, progetto avviato dalla Fcei, con la Comunità di Sant’Egidio e le Chiese valdesi e metodiste, che fino a oggi ha consentito, con l’ultimo arrivo a Fiumicino del 24 e 25 ottobre, a 400 profughi, in grande maggioranza siriani, sia musulmani sia cristiani, di raggiungere l’Europa e fuggire da situazioni di guerra.
“I corridoi umanitari sono una esperienza importante”, dice il pastore Negro perché “consentono di evitare i viaggi della morte e di contrastare il lavoro dei trafficanti degli esseri umani e al tempo stesso di far entrare persone la cui integrazione può essere addirittura preparata prima della loro partenza. È quello che fanno i nostri operatori sul posto prima dell’arrivo di un gruppo. Si incontrano i candidati non solo per verificare che corrispondono ai requisiti di vulnerabilità e accesso al visto umanitario ma anche per prospettare il tipo di inserimento e integrazione che ci può essere una volta arrivati nella società italiana. È questo il valore aggiunto dei corridoi umanitari: non sono solo una risposta di umanità alla crisi dei rifugiati, ma nello stesso tempo sono una garanzia di sicurezza per i nostri Paesi”. “Perciò – aggiunge Luca Negro -, questo esempio, che finora è stato accolto solo dall’Italia, deve farsi strada in Europa e comincia a estendersi anche ad altri Paesi”.

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