Giovani: Milano, convegno nazionale dedicato ai Neet. In Italia percentuali più elevate rispetto all’Ue

L’incidenza dei Neet nella fascia 15-29 anni era già alta prima della crisi, attorno al 19% (mentre era attorno al 13% la media Ue28), ed è salita fino al 26,2% nel 2014 (15,4% Ue28). Nel 2015 il valore è stato pari al 25,7% (14,8% Ue28) e nella prima metà del 2016 pari al 22,3% (in valore assoluto 2 milioni e 200mila giovani). La composizione dei Neet è, inoltre, molto eterogenea: va dal neolaureato con alte potenzialità che sta attivamente cercando un lavoro in linea con le proprie aspettative (prima eventualmente di riallinearsi al ribasso con ciò che il mercato offre), fino al giovane uscito precocemente dagli studi, scivolato in una spirale di marginalità e demotivazione. Ma rientrano anche le persone – spiegano ancora i promotori del convegno del 3 e 4 novembre a Milano – che non hanno un impiego per scelta, perché vogliono prendersi tempo per esperienze di diverso tipo o per dedicarsi alla famiglia. In ogni caso, secondo i dati Eurofound, nella composizione dei Neet, in Italia è più bassa rispetto alla media europea la quota di chi ha problemi fisici, mentre è maggiore quella di chi è disoccupato di lunga durata e di chi è “scoraggiato”. Secondo i dati Eurostat, più alto in Italia è anche il numero di Neet che, indipendentemente dalla ricerca attiva o meno, sono interessati a un lavoro: il dato nel 2015 è pari al 20,3% per l’Italia e 10,3% per la media europea (mentre il dato dei non interessati è analogo: 5,3% Italia e 4,6% Unione europea).

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