Il tasso di Neet può essere considerato una misura di quanto uno Stato dilapida il potenziale delle nuove generazioni, a scapito non solo dei giovani stessi ma anche delle proprie possibilità di sviluppo e benessere. Con questo acronimo (Not in education, employment or training) sono indicati i giovani che non partecipano a percorsi di istruzione o formazione e nemmeno stanno svolgendo un’attività lavorativa. In particolare, in Italia molti giovani si trovano, all’uscita dal sistema formativo, senza le adeguate competenze e sprovvisti delle esperienze richieste dalla aziende. Molti altri, invece, pur avendo una elevata formazione e alte potenzialità, non trovano posizioni adeguate alle loro capacità e aspettative per la bassa qualità del lavoro e valorizzazione del capitale umano del sistema produttivo italiano. E, infine, pesa nel nostro Paese l’assenza di strumenti efficaci per orientare e supportare i giovani nella ricerca di lavoro. Proprio di questo si occuperà il convegno nazionale “Neeting” in programma a Milano domani e dopodomani. Si tratta del primo convegno nazionale dedicato ai Neet promosso dall’istituto Toniolo di Milano, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione Cariplo. Nel corso della due giorni milanese, prenderanno la parola vari esponenti del Governo, come il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, del mondo accademico e di quello imprenditoriale.