Diocesi: Campobasso, 5 e 6 novembre il Giubileo dei carcerati con mons. Bregantini

Gli eventi giubilari dell’arcidiocesi di Campobasso –Bojano si concluderanno con il Giubileo dei carcerati nella casa Circondariale di Campobasso. “In sintonia con il Giubileo dei Carcerati che si svolgerà in san Pietro a Roma – si legge in una nota -, il vescovo di Campobasso monsignor GianCarlo Bregantini ha posto l’attenzione alla realtà sociale delle carceri nello stesso giorno in cui si celebra il santo patrono dei carcerati, san Leonardo”. Sabato 5 e domenica 6 novembre il giubileo dei carcerati vedrà la partecipazione dei circa 100 detenuti della casa circondariale: il programma prevede un momento di riflessione seguito dalla Celebrazione Eucaristica. Nel pomeriggio di sabato 5 alle ore 15:30 il vescovo Bregantini insieme al personale, ai volontari al cappellano del carcere don Pasquale D’Elia e alla Polizia Penitenziaria, terrà un incontro di riflessione. “Sarà l’occasione per dire grazie – ha dichiarato mons. Bregantini – sarà il grazie a tutti i volontari e ai diversi cappellani che si sono adoperati con zelo e passione”. Domenica 6 novembre alle ore 9:30 l’arcivescovo presiederà la Messa nella cappella del carcere. “Un segno – prosegue la nota – ma anche una testimonianza di speranza dentro il silenzioso cammino di reinserimento, la costante di vicinanza alla realtà sociale delle carceri come sfida del reinserimento sociale”. La due giorni con i carcerati rieccheggia l’esortazione che papa Francesco ha lasciato in eredità il 5 luglio in Molise, durante l’incontro con detenuti e il personale della Casa circondariale di Isernia: “E questo è il reinserimento, il cammino che tutti dobbiamo fare! E per questo c’è bisogno di un percorso, di un cammino, sia all’esterno, nel carcere, nella società, sia al proprio interno, nella coscienza e nel cuore. Fare il cammino di reinserimento, che tutti dobbiamo fare. Tutti. Tutti facciamo sbagli nella vita. E tutti dobbiamo chiedere perdono di questi sbagli e fare un cammino di reinserimento, per non farne più”.

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