Papa Francesco: ai nuovi cardinali, “amate i vostri nemici, fate il bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi trattano male”

“Amate, fate il bene, benedite e pregate”. Sono “quattro imperativi, quattro esortazioni” per plasmare la propria “vocazione nella concretezza, nella quotidianità dell’esistenza”. Ad indicarle ai nuovi cardinali è stato il Papa, nell’omelia del Concistoro di oggi, in cui ha esordito parlando di “quattro tappe della mistagogia della misericordia, quattro azioni che facilmente realizziamo con i nostri amici, con le persone più o meno vicine, vicine nell’affetto, nei gusti, nelle abitudini”. Il punto di partenza di Francesco è il brano del Vangelo di Luca: “il discorso della pianura” che narra di quanto, dopo l’istituzione dei Dodici, “Gesù discese con i suoi discepoli dove una moltitudine lo aspettava per ascoltarlo e per farsi guarire”. “La chiamata degli apostoli – ha spiegato il Papa – è accompagnata da questo mettersi in cammino verso la pianura, verso l’incontro con una moltitudine che, come dice il testo del Vangelo, era tormentata. L’elezione, invece di mantenerli in alto sulla montagna, sulla cima, li conduce al cuore della folla, li pone in mezzo ai suoi tormenti, sul piano della loro vita. In questo modo il Signore rivela a loro e a noi che la vera vetta si raggiunge nella pianura, e la pianura ci ricorda che la vetta si trova in uno sguardo e specialmente in una chiamata: ‘Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso’”. Il problema, ha fatto notare il Papa, “sorge quando Gesù ci presenta i destinatari di queste azioni, e in questo è molto chiaro, non usa giri di parole né eufemismi”: “Amate i vostri nemici, fate il bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi trattano male”. “E queste non sono azioni che vengono spontanee con chi sta davanti a noi come un avversario, come un nemico”, ha detto il Papa: “Di fronte ad essi, il nostro atteggiamento primario e istintivo è quello di squalificarli, screditarli, maledirli; in molti casi cerchiamo di ‘demonizzarli’, allo scopo di avere una ‘santa’ giustificazione per toglierceli di torno. Al contrario, riguardo al nemico, a chi ti odia, ti maledice o ti diffama, Gesù ci dice: amalo, fagli del bene, benedicilo e prega per lui”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy