Filippine: vescovi ai connazionali irregolari negli Stati Uniti, “tornate a casa”

Monsignor Ruperto Santos, vescovo di Balanga e presidente della Commissione episcopale per i migranti e gli itineranti della Conferenza episcopale delle Filippine, ha chiesto ai 270mila filippini che vivono negli Stati Uniti irregolarmente di tornare a casa, cioè “di non aspettare di essere scoperti senza documenti ed essere deportati”. È una delle prime ripercussioni a livello internazionale all’indomani degli annunci del neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler cacciare almeno 3 milioni di immigrati irregolari. Ne dà notizia oggi l’agenzia cattolica asiatica Ucanews, ricordando che il governo filippino sta esortando i suoi connazionali negli Usa a non aspettare di finire in una “black list”, ma di provare a regolarizzare la propria situazione o tornare in patria. Monsignor Santos ha apprezzato l’iniziativa governativa di dare assistenza ai filippini senza documenti. “È una seria responsabilità per la Chiesa e per il governo – ha detto – aiutare ed assistere i nostri migranti irregolari. In questo momento hanno bisogno di noi, non dobbiamo fallire”.

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