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Ecumenismo: card. Kasper, “abbiamo fatto passi importanti per imparare a suonare insieme”

“La cacofonia del passato non può oggi essere trasformata in sinfonia armonica” ma “abbiamo fatto passi importanti per imparare a suonare insieme”. Ha usato metafore musicali il cardinale Walter Kasper, già presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, per descrivere la stagione ecumenica che la Chiesa cattolica e quelle nate dalla Riforma di Lutero stanno vivendo oggi. Il cardinale ha introdotto il concerto che si è svolto ieri sera a Trento, nell’ambito del convegno ecumenico promosso, a 500 anni dalla Riforma, dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo, in collaborazione con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Un viaggio alla scoperta dei legami anche “sonori” che la tradizione cattolica e la tradizione protestante hanno mantenuto proprio anche attraverso la musica, nonostante le divergenze teologiche.
Il concerto si è svolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, che al tempo del Concilio di Trento fu la sede delle discussioni teologiche che portarono alla sconfessione delle tesi di Lutero e alla divisione delle Chiese. Ma oggi, la ricerca teologica e il dialogo ecumenico – ha detto il cardinale – hanno fatto compiere una “svolta nella comprensione della figura di Lutero” che è stata recepita e accolta da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora da papa Francesco. Per secoli “demonizzato”, Lutero è oggi considerato “uomo religioso”, un “testimone di Cristo che non voleva costruire una Chiesa riformata ma avviare una riforma, un rinnovamento evangelico dell’intera Chiesa. Oggi – incalza Kasper – parleremmo di una nuova evangelizzazione”. Alla luce di questi progressi della comprensione storica, si è compreso come alcune condanne nacquero e si svilupparono come “malintesi”. Il dialogo, che nel 2017compie 50 anni, è andato avanti e accordi come quello sulla dottrina della giustificazione rappresentano oggi una “pietra miliare”. Anche sul documento in elaborazione su “Chiesa, Eucarestia e Ministero” – ha aggiunto Kasper – “si può sperare di raggiungere un consenso, se non pieno, ampio”. Insomma, “il concerto sinfonico va avanti e come una sinfonia va a tempi diversi”. “Il finale sarà una polifonia” intesa “come comunione delle differenze riconciliate” sulla “base del comune fondamento della Parola di Dio”. È un percorso che conoscerà il suo compimento solo in “Cielo”. Ai cristiani – ha quindi concluso Kasper – la chiamata oggi a vivere una “comunione in divenire”, “un ecumenismo sempre in via perché, come dice papa Francesco, l’ecumenismo si fa camminando insieme”.

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