Religiosi: mons. Carballo alla Cism, “non è la crisi dei numeri ma della fede che deve interpellarci”

“Fuoco che accende altri fuochi”. È la missione a cui è chiamata la vita religiosa secondo monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica , intervenuto oggi alla 56ª assemblea generale della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) in corso a Rimini. Per mons. Carballo, “è la dimensione profetica che non può mancare” e “ci vogliono Provinciali svegli che sappiano accogliere le sfide, uomini di fede”. “Non è la crisi dei numeri ma della fede che deve interpellarci” ha aggiunto. Tre le tentazioni principali da evitare: la tendenza all’autoreferenzialità, la lotta per la semplice sopravvivenza “importando magari forze da altri Paesi per mantenere aperte strutture”, l’attitudine a “mettere vino nuovo in otri vecchi” ovvero il carisma in strutture non più rispondenti ai reali bisogni. Il futuro dei consacrati ci sarà “se sapranno cogliere le sfide attuali”, ha precisato il segretario citando Benedetto XVI. È necessario, inoltre, il coraggio di “chiamare le cose per nome”, distinguendo tra trasparenza e discrezione e “sapendo chiedere perdono, quando dobbiamo”. La sfida dei mass media e della pluriformità, riscoprendo dinamiche sinodali e co-essenzialità dei doni. Il futuro della vita consacrata sarà allora nel “rinvigorirsi forte di un’opzione preferenziale per i poveri, nella ristrutturazione per rivitalizzare, nel creare fraternità e generare speranza, nella riscoperta di una profonda umanità, che sappia ascoltare e permetta la libertà di coscienza, nella compassione e comunione, nel passaggio dal protagonismo allo spirito di servizio, nella condivisione del carisma con i laici, nel farsi carico della sfida che anche il mondo digitale pone”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy