Minori: Save the Children, “investimenti efficaci se senza sovrapposizioni, interventi spot, sprechi”

Rispetto alla politiche per l’infanzia e l’adolescenza, “perché gli investimenti pubblici e privati si rivelino efficaci e facciano realmente la differenza è fondamentale che il loro utilizzo venga inserito in un quadro strategico, senza sovrapposizioni, interventi spot, sprechi e compartimenti stagni con una reale attenzione alla valutazione di impatto”. Lo afferma Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di “Save the Children”, commentando i dati contenuti nel “7° Atlante dell’Infanzia (a rischio)”, presentato questa mattina a Roma. L’organizzazione internazionale rileva che “per affrontare la questione della povertà, l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat sulla spesa sociale in Europa per il 2013, destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% rispetto all’8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7%, contro una media europea dell’1,9%”.

Inoltre, i dati evidenziano che “gli interventi di welfare messi in campo dal nostro Paese per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori di 18 anni di soli 10 punti percentuali (dal 35% al 25%)”. “Un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente – commenta Save the Children – davanti solo a Romania e Grecia, considerando che mediamente in Europa gli interventi sociali in favore di famiglie e minori riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7%”. “Speriamo che il fondo per il contrasto alla povertà educativa, recentemente attivato dalle fondazioni di origine bancaria, dal Governo, con il coinvolgimento del Terzo Settore e delle scuole, possa essere – conclude Milano – un’occasione concreta per ripensare e dare slancio a tutte le politiche per l’infanzia e l’adolescenza”.

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