Fine vita: Reichlin (Univ. Vita-Salute San Raffaele), “le dichiarazioni anticipate di trattamento non siano l’anticamera all’eutanasia”

“L’ideale di decisioni comuni, così come suggerisce l’Associazione Scienza & Vita nel documento ‘Paziente e medico, fino alla fine’, è sicuramente convincente ma resta lo stesso il problema quando la reale condivisione non avviene o non può avvenire”. Ad affermarlo è stato Massimo Reichlin, ordinario di Filosofia Morale dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, durante il convegno sul fine-vita tenuto oggi alla sala Aldo Moro di Montecitorio. “La condivisione – ha aggiunto il filosofo – è un passo avanti importante che merita di essere fatto per tutelare il medico e rispettare il paziente. Ma credo si debba essere netti nel porre la distinzione fra la scelta di porre termine alla vita del paziente e le dichiarazioni anticipate di trattamento che non devono essere l’anticamera all’eutanasia ma compilate insieme la medico nel corso della malattia e sottoposte a revisione”.

Sempre nel corso del convegno, un altro intervento, curato da Maria Teresa Russo, associato di Filosofia morale e bioetica dell’Università Roma Tre, ha toccato gli aspetti filosofici del tema e in particolare della fase della malattia: “Oggi più si allarga lo spettro della salute – ha spiegato la docente – e meno si tollera la sua mancanza. In questo contesto si inserisce il nuovo valore dato alla dignità della persona e in particolare della persona malata”. “Il corpo malato – ha aggiunto – è percepito come un nemico. La malattia si struttura intorno al sentimento di invalidità, alla consapevolezza dolorosa di non poter fare, e alla richiesta d’aiuto. È significativo inoltre il fenomeno nuovo della narrazione della malattia anche attraverso fiction televisive, proprio perché c’è un desiderio di conoscenza dello stato della malattia”. A questo proposito, ha concluso, “è evocativa l’immagine che vuole le domande di eutanasia simili a un iceberg perché di queste si vedono solo le richieste di morte mentre il sommerso contiene sofferenze e paure”.

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