Alzheimer: Fatebenefratelli di Brescia, pubblicato il più grande studio sulla Pet per l’amiloide

“La Pet per l’amiloide può essere uno strumento d’aiuto per una diagnosi precoce precisa e tempestiva e, in futuro, potrebbe essere in grado di indirizzare verso un trattamento farmacologico adeguato”. È la scoperta per la cura dell’Alzheimer resa possibile primo studio condotto interamente in Italia con uno dei nuovi traccianti per l’amiloide, che consente di valutare la quantità di proteina beta amiloide cerebrale nei malati e  permette di intercettare i pazienti prima che la malattia abbia causato danni cerebrali e cognitivi irreversibili, e quindi di indirizzarli da subito verso i trattamenti più appropriati. I risultati di questo studio – si legge in una nota – sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Neurology, una delle più prestigiose in questo settore della medicina. Lo studio ha coinvolto 228 pazienti con sospetto diagnostico di malattia di Alzheimer, che si sono sottoposti alla Pet per l’amiloide in aggiunta al loro normale percorso diagnostico. I risultati mostrano che la Pet per l’amiloide ha avuto complessivamente un impatto significativo sui pazienti: il referto dell’esame ha guidato i medici verso la formulazione di una diagnosi più precisa e di un piano terapeutico più appropriato. Il coinvolgimento di un numero così grande di pazienti è stato possibile grazie alla collaborazione di 18 ospedali presenti in Lombardia, nelle province di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova. Il progetto è stato coordinato dal Laboratorio di Neuroimaging ed Epidemiologia Alzheimer (Irccs Fatebenefratelli di Brescia) guidato dal professor Giovanni B. Frisoni e dall’Unità di Neurologia (Università degli Studi di Brescia e Spedali Civili) del professor Alessandro Padovani. Si tratta, ad oggi, del più grande studio sull’utilità clinica della Pet per l’amiloide, valutato concretamente su casi reali, mai pubblicato nella letteratura scientifica.  Sebbene sia ancora necessaria un’accurata valutazione del rapporto costi/benefici, tali risultati suggeriscono che la Pet per l’amiloide può essere uno strumento d’aiuto per una diagnosi precoce precisa e tempestiva e, in futuro, potrebbe essere in grado di indirizzare verso un trattamento farmacologico adeguato.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy