Monsignor Galantino: su “La Porta aperta” (Avvenire), il Giubileo “ha lasciato un segno in ogni coscienza?”

La Porta Santa “è stata segno di Cristo, che è via al Padre e porta del cielo, e ha richiamato tutto il popolo cristiano alla necessità di convertirsi per potervi passare, deponendo la zavorra del peccato e della superbia”. Lo scrive monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sul mensile “La Porta aperta”, la pubblicazione di “Avvenire” che accompagna il Giubileo, in edicola domani, 13 novembre, insieme al quotidiano. “Il nostro egoismo ci porta a dimenticare gli altri e a esaltare noi stessi; vuole farci grandi e ci rende sproporzionati per la porta del cielo che, come ci insegna Gesù nel Vangelo, è una porta stretta. Non è spaziosa, ma minuta, perché vi entrano anzitutto i poveri e i bambini, mentre i potenti e i prepotenti ne sono esclusi”, afferma il presule.
Mentre termina il Giubileo, “è nostro dovere domandarci se abbiamo impiegato bene il tempo di grazia che ci è stato concesso, e se esso ci abbia rinnovato sul piano individuale, su quello ecclesiale e su quello sociale. Ognuno di noi è stato invitato a riflettere sull’amore di Dio e su quanto egli ha compiuto creando il mondo e dandoci la vita, e poi mandando per noi il suo Figlio nella pienezza del tempo; siamo stati anche spronati ad amare a nostra volta, ospitando in noi sentimenti di misericordia verso il prossimo e compiendo gesti concreti di condivisione e di servizio, soprattutto verso i più deboli ed emarginati”. Ora, è l’invito di monsignor Galantino, “dobbiamo chiederci come abbiamo usato questo tempo e la nostra libertà, e se l’appello che ci è stato rivolto sia rimasto inascoltato o abbia portato un frutto che rimanga nel tempo come patrimonio del nostro essere spirituale, elevando di un po’ il nostro livello di santità, cantiere al quale sempre dobbiamo lavorare”. E ancora: “Questo tempo ha lasciato un segno in ogni coscienza, in quel segreto sacrario dove stiamo a tu per tu con Dio e possiamo sentire la sua voce? La nostra coscienza è diventata sempre più il nostro cuore pensante, luogo non solo delle emozioni ma anche del pensiero, in modo da non lasciarsi trascinare in ogni dove, ma da discernere i sentimenti e orientare al bene le passioni, rendendoci più padroni di noi stessi?”.

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