Mezzogiorno: Colaianni (Univ. Bari) a convegno Meic, serve “attivare processi e politiche generative e redistributive di poteri tra gli abitanti”

“Oggi è difficile parlare del Sud d’Italia senza contestualizzarlo nel Sud del mondo”: lo ha sottolineato Nicola Colaianni, ordinario di Diritto ecclesiastico a Bari, intervenendo alla tavola rotonda di questa mattina al convegno nazionale del Meic “Dal Sud al Nord. Un’Europa aperta al Mediterraneo” in corso a Caserta. Colaianni ha evidenzianto come “la questione meridionale va inquadrata nella globalizzazione e nelle sue conseguenze negative sul Sud, conseguenze difficili da superare”. Quali sono allora le prospettive per un riscatto del Meridione? Per Colaianni “attualmente il Sud è abbandonato alle Regioni che però devono sottostare a vincoli di bilancio e non possono indebitarsi e quindi nemmeno attivare politiche di sviluppo. Allora, sulla scorta di quanto dice anche Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, dobbiamo smetterla di guardare al Sud con la categoria dello spazio, come luogo da stimolare e incentivare con aiuti finanziari, e passare a una prospettiva incentrata sul tempo, ovvero l’attivazione di processi e politiche generative e redistributive di poteri tra gli abitanti del Sud”.
Qualche esempio c’è già: “Penso al programma di politiche giovanili ‘Bollenti spiriti’ della Regione Puglia (ideato e promosso dall’assessore Guglielmo Minervini, scomparso nell’agosto scorso, ndr), oppure le azioni svolte per frenare le trivellazioni e sottrarre un bene comune come il mare al mercato, e infine l’accoglienza degli immigrati, che per il Sud davvero potrebbe essere una risorsa anziché un problema”.

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