Giubileo: Olivero (Sermig) su “La Porta aperta” (Avvenire), “un cristiano dice no a corruzione, privilegi, infedeltà e vendetta”

“Un anno di grazia, un anno di misericordia, un anno per riflettere, un anno per guardarsi dentro, un anno soprattutto per cambiare. Del Giubileo mi colpisce soprattutto la tenerezza, immagino tutte le realtà di cambiamento nate nel cuore, i percorsi di vita che magari hanno incontrato una speranza, le lacrime che hanno scoperto un senso. I frutti li vedremo, forse no, ma esistono, sono tra noi”. Lo scrive Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, sul mensile “La Porta aperta”, la pubblicazione di “Avvenire” che accompagna il Giubileo, in edicola domani, come inserto del quotidiano. “Sono convinto – aggiunge – che la Chiesa possa tirare fuori ancora il suo meglio. Non deve inventarsi nulla, perché è tutto dentro il Vangelo, in pagine dove semplicità e prudenza vivono insieme, dove non si insegue l’apparenza, ma dove si cerca di vivere il Bene. Dove i gradi non sono mai ruoli di potere o fonte di arricchimento, ma semplici impegni di servizio. Una logica che vale per tutti, anche per i laici, per chi diventa presidente, capo di azienda, un grande professionista, un luminare”.
Per Olivero, “non servono grandi cose, ma punti fermi. Un cristiano, per esempio, dice no alla corruzione perché alla pace non si arriva senza onestà. Dice no ai privilegi perché l’unico potere buono è quello che serve. Se predica Dio, abolisce dal suo vocabolario parole come infedele, nemico, vendetta. Se è giovane, impara a dire i sì e i no che contano, cominciando dalla droga, libera o non libera, leggera o pesante. Se è adulto, non rimane legato alla sua posizione ma fa un passo indietro per mettere i giovani al primo posto e guidarli. Se è un economista, fa di tutto per trovare soluzioni nuove per costruire un mondo più giusto, equo, capace di prevenire anche lì l’estremismo. Se è un uomo di cultura, si impegna a diffondere concretamente messaggi di pace e di accoglienza di sé e degli altri. Se è un educatore, spende la vita a comunicare passione e la semplicità dell’amore”. In realtà, “il mondo ha bisogno di questa semplicità, di questa trasparenza. Il mondo che sogno non conosce il segreto, se non quello evangelico della mano destra che non sa cosa fa la mano sinistra. Non sono un sognatore! Un mondo così può esistere, il Giubileo che abbiamo vissuto me lo ha fatto pregustare”.

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