“Il Giubileo si può ritenere riuscito anzitutto nella misura in cui è stato capace di mettere al centro della vita della Chiesa quel tema per il quale Papa Francesco ha voluto che si celebrasse: la misericordia”. Lo sottolinea monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, nell’editoriale che apre il mensile per il Giubileo “La Porta aperta”, in uscita domani come inserto di “Avvenire”. Dopo aver ricodato che  “il numero delle persone che hanno partecipato agli eventi giubilari in Roma e attraversato la Porta Santa ha superato i 20 milioni”, monsignor Fisichella ha evidenziato: “Dal momento in cui il Giubileo è stato annunciato, il mondo purtroppo ha assistito a un crescendo di tensioni e violenze che ancora non si sono placate. Il tema della misericordia, pertanto, che quasi profeticamente Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato ha promosso come fondamentale per la vita di tutta la Chiesa, si è manifestato quanto mai necessario e determinante anche per la pace. Questo è realmente il tempo della misericordia che si concretizza in gesti di perdono e di pace”.
Dall’apertura della Porta Santa della Misericordia alle proposte più svariate, per il presule, “è emerso il desiderio e l’esigenza di vivere e dare volto all’amore misericordioso di Dio. È a partire da qui che si dovrebbe considerare la riuscita del Giubileo. Credo che ognuno, nel corso di questo Anno Santo, si sia sentito interpellato a impegnarsi per far diventare la misericordia il proprio stile di vita”. Papa Francesco, ha concluso monsignor Fisichella, “ha suggerito di riprendere tra le mani le opere di misericordia corporale e spirituale per viverle ogni giorno, così da attuare una vera e propria ‘rivoluzione culturale’: la rivoluzione della misericordia. La sfida, al termine del Giubileo, è la nostra capacità di metterla in pratica”.