Malattie rare: don Arice (Cei), “prendersi cura di tutti i malati è un atto di giustizia ancor prima che di carità”

“Il malato non è soltanto solo, ma anche scartato. La nostra preoccupazione è soprattutto questa: aiutare i malati a passare dall’evento clinico all’evento esistenziale che stanno vivendo”: lo ha affermato don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, intervenendo oggi alla prima giornata della XXXI Conferenza internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, dedicata al tema “Per una cultura della salute accogliente e solidale a servizio delle persone affette da patologie rare e neglette” e in corso in Vaticano. Per don Arice “prendersi cura di tutti i malati è un atto di giustizia ancor prima che di carità”.
“L’amministratore deve essere onesto, può anche essere determinato, ma le scelte devono stare all’interno di una cultura”. Anthony Tersigni, presidente del Consiglio direttivo del Comitato internazionale delle istituzioni sanitarie cattoliche (Ciisac), nel sottolineare la “grande importanza dell’argomento” della conferenza, ha infine ricordato come sia doveroso “occuparsi di tutti, con particolare attenzione ai pazienti più poveri e vulnerabili”.

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