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Ccee: lettera all’episcopato ungherese per 17° centenario di san Martino. Testimone del Vangelo vicino ai poveri

“Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di san Martino che quest’anno segna la chiusura dell’anno celebrativo per il 17° centenario della sua nascita, vorremo unirci ai vescovi e a tutti i fedeli dell’Ungheria, terra natia di questo grande santo, nel rendere grazie a Dio per il contributo umano e spirituale che san Martino ha dato al continente”. Lo si legge nella lettera inviata dalla presidenza del Ccee “all’episcopato e a tutto il popolo d’Ungheria” nelle persone del presidente della conferenza episcopale ungherese, il vescovo di Györ, Mons. András Veres, e del primato d’Ungheria, il cardinale Péter Erdő, già presidente Ccee. “A qualche giorno della chiusura del Giubileo della misericordia, non possiamo non notare la felice coincidenza con la memoria di uno dei santi che meglio seppero incarnare nel loro tempo il volto misericordioso di Cristo. La vita di san Martino ci dice che nell’incontro con il mendicante infreddolito il santo scoprì Gesù Cristo, si convertì, cambiò vita, mettendola non più al servizio di un potere mondano ma di Dio. Con questo incontro, Cristo rese Martino capace di vivere e di amare”. “Obbedendo alla chiamata divina san Martino, intraprese un itinerario di vita cristiana che lo portò a prendersi cura dei poveri e degli oppressi, a diffondere il Vangelo con coraggio, a combattere gli errori del suo tempo, a edificare le comunità ecclesiali con spirito di pastore, con i sentimenti di Cristo e la capacità di vedere il mondo con gli occhi di Dio”.

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