Figc-Intralot: mons. Santoro (Cei), “i valori che lo sport dovrebbe trasmettere sono ben altri”

La “notizia sullo sponsor della Nazionale mi addolora e mi preoccupa non poco. I valori che lo sport dovrebbe trasmettere sono ben altri. E se è già discutibile che alcuni calciatori famosi siano protagonisti di spot che promuovono il gioco d’azzardo, sarebbe ancora più discutibile che la Nazionale di calcio italiana, nella quale si identificano tante persone, adottasse un simile sponsor”. È il commento offerto a Radio Vaticana da monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace., in merito alla partnership di sponsorizzazione tra la Federazione italiana giuoco calcio e la società di scommesse Intralot. Ricordando che la Consulta nazionale antiusuraha denunciato che il 50% dell’azzardo è collegato all’usura e che il fenomeno è in continuo aumento, monsignor Santoro evidenzia che “la gravità del fenomeno – sia per l’impatto sulla salute pubblica, sia per gli aspetti negativi sull’economia, personale e familiare, e del Paese – non può in nessun modo essere legittimato. Non va poi trascurato l’aspetto sanitario, in quanto il fenomeno della dipendenza dal gioco assume i connotati di una vera e propria patologia, dai rilevanti costi sociali. Io mi auguro che, chi di competenza, possa mettere riparo a quella che ritengo una scelta sconsiderata”. Secondo il presule, dunque, un passo indietro della Federazione Italiana Giuoco calcio “è necessario, perché è come avallare una fonte di sofferenza sociale, di dolore: perché noi siamo a contatto con le famiglie che hanno persone coinvolte nel gioco, ed è un dramma grandissimo! E poi, sul fatto che già altri Paesi abbiano adottato questo sponsor, come qualcuno dice, non toglie affatto l’immoralità e la pericolosità sociale della cosa”.

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