Italiani nel mondo: mons. Perego (Migrantes), “non siamo abituati a leggere i numeri delle partenze”

Il Rapporto italiani nel mondo 2016 racconta “un tassello dell’Italia migrante”. A dirlo oggi è stato monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, concludendo i lavori di presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2016. Per Perego “noi siamo abituati a leggere ogni giorno i numeri degli sbarchi degli arrivi e non siamo abituati a leggere i numeri delle partenze dall’Italia. 154mila arrivi sulle nostre coste nel 2015 e 174mila cittadini italiani in più all’estero nel 2015, di cui 107mila iscritti all’Aire, cosa hanno in comune? Entrambi questi mondi migranti in arrivo e in partenza dall’Italia sono per la maggior parte, il 56%, giovani tra i 18 e i 32 anni; il 20% in entrambi dei casi sono minorenni; entrambi questi mondi condividono pregiudizi, non accoglienza, solitudine, entrambi, infine, vedono un diritto negato: non hanno il diritto di rimanere nella propria terra”. Cosa hanno di diverso questi mondi giovanili migranti: chi parte dall’Italia, parte per scelta e in libertà; chi arriva e sbarca in Italia è costretto a lasciare il proprio Paese a causa di guerre, disastri ambientali, persecuzione politica e religiosa, povertà estrema, ha detto il direttore di Migrantes: “cosa ricercano i giovani in partenza e in arrivo? Nuove e pari opportunità sul piano lavorativo, scolastico? Cosa ci insegnano i giovani italiani oggi all’estero? Ci ricordano, e sono il 75% di questo parere, che l’esperienza in emigrazione è utile per un confronto con le diverse culture. Queste migrazioni in partenza e in arrivo chiedono – ed è lo speciale di quest’ anno del rapporto italiani nel mondo – di ripensare le città e le capitali del mondo come luoghi di incontro e non di scontro, valorizzando e ripensando alcuni luoghi come le piazze, le stazioni, i porti, gli aeroporti, le periferie che diversamente rischiano di costruire nella stessa città mondi distanti fra loro. E l’impegno della Chiesa vicina a chi è in cammino oggi chiede di ripensare strade per un accompagnamento integrale della persona, in particolare dei giovani, guardando alle loro esperienze culturali, storie religiose, sogni, per condividere un cammino insieme”.

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