Italiani nel mondo: mons. Di Tora (Migrantes), studiare l’emigrazione anche per superare i nuovi muri ostili

“Uomini e donne, giovani e anziani in particolare sono i protagonisti in questo Rapporto 2016 dedicato alla mobilità italiana. Sempre di più, infatti, a partire sono anche famiglie; i numeri dei minori sono sempre più significativi come significative sono le storie che ci giungono dai pensionati per i quali la Fondazione Migrantes sta conducendo una indagine ad hoc che sarà presentata il prossimo anno”. Mons. Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes, è intervenuto in mattinata aprendo il convegno alla Domus Mariae di Roma per la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2016. “L’Europa tutta, e quella unita in particolare, costruita con passione e intelligenza politica e per la quale tanto si è lavorato, si sta frantumando sulla solidarietà e dimostra che il cammino di unione realizzato in questi anni aveva a fondamento prioritariamente l’economia e non la giustizia sociale”. Di Tora ha aggiunto: “Ritornano gli individualismi, i nazionalismi; ritorna la paura dell’incontro: dimostrazioni di un’Europa che non riesce a fare un passo in avanti in termini di umanità e civiltà. E i poveri, i migranti rischiano di essere le prime vittime di queste nuove chiusure, più che le cause”.
“Anche per sottolineare la difficile realtà dei nostri migranti che continuiamo a studiare la mobilità, legandola all’Europa, all’Italia e quindi a noi stessi alla nostra storia e alla nostra identità. E ogni anno scopriamo cose diverse del passato e si manifestano aspetti nuovi del presente”. Il presidente di Migrantes ha spiegato: “Ma non serve una lettura fine a se stessa. Questa deve diventare dialogo e proiettarsi dal pensare al fare. Un libro è uno strumento culturale che deve suscitare riflessione. L’invito alla lettura è un invito a farsi delle domande, a stimolare dibattito, proiettandoci nella mobilità nelle diverse direzioni: dall’Italia all’estero, di chi oggi parte dai nostri comuni e verso l’Italia, di chi oggi sbarca sulle nostre coste, cerca di superare i muri ostili innalzati per difesa della propria identità, proviene da tutti i Paesi del mondo, parla italiano, inglese o swahili, prega Dio o Allah o Budda”. Di Tora ha infine richiamato al dovere della solidarietà verso i migranti che arrivano in Europa e un pensiero a chi “muore oggi nei deserti dell’Africa o nel mar Mediterraneo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa

Informativa sulla Privacy