Terremoto: mons. Russo (Fabriano-Matelica), “non abbandoneremo queste popolazioni”

(da Macerata) Ancora se lo ricordano bene, quello che colpì duramente il territorio nel 1997, e oggi l’intero territorio della diocesi di Fabriano-Matelica vive nuovamente l’incubo del “mostro” della montagna. “Non abbandoneremo queste popolazioni – dichiara il vescovo Stefano Russo – che ben rammentano il dramma di quasi vent’anni fa. Ora la mia premura è essere vicino agli sfollati, a chi ha perso tutto: a loro, prima di tutto, va il mio personale sostegno”. La cittadina più seriamente colpita dalle ultime scosse del 30 ottobre è quella di Matelica che conta 10mila abitanti. La zona del centro storico è stata fatta sgombrare, il Comune sta mettendo a disposizione la propria mensa per chi ha bisogno e molte abitazioni risultano inagibili: su molte altre danneggiate si stanno facendo gli accertamenti necessari. Nella notte appena trascorsa circa 3mila persone, spaventate o con strutture inaccessibili, hanno dormito fuori dalle proprie case. Come in gran parte dei paesi marchigiani, sono stati allestiti dei luoghi coperti per ospitare la gente. Dichiarate tutte inagibili le chiese, tranne quella di Regina Pacis, di più recente edificazione: qui, nel salone, i cittadini hanno potuto pernottare al sicuro. Tra gli edifici parrocchiali, invece, ad aver subìto i maggiori danni risulta quello di S. Teresa. Nella città di Fabriano, aggiunge monsignor Russo, “tutte le chiese sono state chiuse cautelativamente per consentire le verifiche del caso, fatta eccezione della chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia e della chiesa parrocchiale di San Giuseppe lavoratore”. Alcune risultano del tutto inutilizzabili: “Fra queste, la struttura di San Nicolò, la parrocchia più grande della comunità diocesana”. Vista la giornata di sole, in diversi casi si sono celebrate messe all’aperto, mentre l’amministrazione comunale, attraverso la Protezione civile, ha allestito ben quattro palazzetti dello sport per famiglie, anziani e quanti stanno vivendo una condizione di disagio. Anche in stazione è disponibile un treno con vagoni-cuccetta che può accogliere fino a 300 persone. “Ad oggi – spiega ancora il vescovo – sono 60 le famiglie che hanno la casa inagibile, per un totale di 170 persone. Si ipotizza che, complessivamente, potrebbero essere 300 le persone con la casa inagibile”. Per loro, attrezzato un punto di vitto e ristoro presso un istituto scolastico cittadino. Infine, nella zona di Sassoferrato, per prudenza a motivo dei danni riportati, molte chiese, tra cui la parrocchiale di San Facondino, sono state chiuse. Sette famiglie, residenti in una palazzina danneggiata, sono state trasferite in un albergo nella vicina Albacina.

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