Movimenti popolari: incontro mondiale a Roma dal 2 al 5 novembre, in udienza dal Papa. Con Mujica, Ciotti e Shiva

“Portare le periferie e le frontiere verso il centro della società” per la giustizia sociale e “un cambiamento a favore dei diritti della persone” povere o escluse a causa della mancanza di lavoro, terra o casa. Questo lo scopo, nelle parole di monsignor Silvano Tomasi, già Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu e ora rappresentante del Pontificio Consiglio Giustizia e pace, del prossimo incontro mondiale dei movimenti popolari che si svolgerà dal 2 al 5 novembre a Roma, con circa 200 delegati da 92 organizzazioni di 65 Paesi del mondo. Il 5 novembre pomeriggio oltre 5000 persone incontreranno Papa Francesco per dialogare sul processo di cambiamento necessario, perché i movimenti popolari diventino protagonisti (e non solo destinatari) delle lotte per la giustizia sociale. L’evento, che si svolgerà al Collegio Maria Mater Ecclesiae, dà seguito agli incontri precedenti del 2014 a Roma e a Santa Cruz de la Sierra nel 2015 in Bolivia, con la partecipazione del Papa. In questa edizione è confermata la presenza dell’ex presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, dell’economista indiana Vandana Shiva e di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele. “Casa, terra e lavoro sono preoccupazioni espresse spesso da Papa Francesco – ha detto oggi monsignor Tomasi durante la presentazione dell’incontro in Sala Stampa vaticana -. La sua attenzione ai movimenti popolari è parte della sua visione e della dottrina della Chiesa, non è una rivoluzione. Il Papa sta semplicemente seguendo il Vangelo. L’accusa che viene fatta a Papa Francesco di andare troppo verso il marxismo è solo una scusa per non affrontare la realtà oggettiva, ossia la necessità di un cambiamento a favore dei diritti delle persone”. Particolare attenzione verrà data, durante l’incontro, al tema dei rifugiati e migranti, “che sta particolarmente a cuore al Papa”. Basti pensare che nel mondo “sono 40 milioni i migranti senza documenti regolari, di cui 7 milioni negli Usa e 3,5 milioni in Europa – ha ricordato mons. Tomasi -. Queste persone hanno diritti umani che devono comunque essere rispettati”. “Nei primi due incontri ci siamo concentrati sulla descrizione della realtà attuale – ha spiegato Juan Grabios, argentino, del Comitato organizzatore dell’incontro -. Stavolta faremo proposte e azioni concrete di cambiamento, per dare seguito agli impegni che ci siamo presi lo scorso anno con il Decalogo di Santa Cruz“.

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