Genocidio in Ruanda: Ruffini (Tv2000), “andare oltre la banalità del male” grazie al “perdono”

Il coraggio di perdonare dopo l’atroce male subito che ha travolto la propria vita strappando gli affetti più cari. Sono tre le donne protagoniste di “Canzoni d’amore oltre il genocidio”, il documentario di Giuseppe Carrieri sul genocidio in Ruanda, che è stato mostrato stasera in anteprima alla Filmoteca Vaticana e che sarà trasmesso da Tv2000 il 9 novembre. La presentazione è avvenuta nell’ambito della XX edizione del Tertio Millennio Film Fest (25-29 ottobre 2016, Roma). Un documentario, quello di Carrieri, in cui si parla di misericordia e perdono, in sintonia con il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco. “Per Tv2000 l’Anno Santo della Misericordia ha rappresentato una sfida nel cercare di capire come la televisione potesse calarsi dentro questo percorso e raccontarlo con tutti gli strumenti a sua disposizione e con tutti i suoi linguaggi anche per far sì che fosse qualcosa che interpellasse le nostre coscienze – dice al Sir Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, a margine della presentazione”. Ruffini parla anche dello sforzo che “Tv2000 sta facendo con uno dei linguaggi possibili della televisione: i film  documentari. Abbiamo cercato giovani registi che fossero capaci di cimentarsi con dei temi anche tabù, difficili da raccontare come il male, la morte, e raccontarli in un’ottica affinché non si resti imprigionati in un bozzo senza via di uscita. Il documentario cerca di offrire una chiave di lettura per andare oltre la banalità terribile del male e proporre un percorso di riconciliazione e di perdono”.

“Anche dopo la conclusione del Giubileo della Misericordia – afferma Ruffini – sarebbe sbagliato interpretare la chiusura delle porte sante come la fine di un percorso; come Tv2000 continueremo a raccontare la realtà, cercando di capirla, in una prospettiva cristiana per un mondo migliore e per una televisione migliore che non sia un antidoto alla realtà, ma per riscoprire il valore della condivisione di ciò che di buono c’è nel nostro impasto di bene e di male”.

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