Alla vigilia della manifestazione di protesta che si svolgerà domani a Roma per iniziativa di “Marinerie d’Italia e d’Europa” a tutela dei lavoratori del settore marittimo, la diocesi di San Benedetto del Tronto “auspica che si trovino soluzioni adeguate per chi chiede condizioni di lavoro più giuste e rispettose delle esigenze individuali e familiari”. “Quando si pensa al mare viene subito in mente la sua maestosità e la sua bellezza, magari anche le vacanze estive”, si legge in una nota diffusa oggi. “Ma il mare parla anche di marinai obbligati a vivere lunghi periodi di lontananza dalle famiglie, di ritmi lavorativi stressanti ed oggi anche dei molti emigranti, in cerca di migliori condizioni di vita, che spesso vi trovano la morte”. Ricordando che il “compito dell’apostolato del mare è di esprimere e testimoniare la vicinanza di Dio e della comunità cristiana ai marittimi e alle loro famiglie, e a quanti, per diverse necessità, sono a contatto con la realtà del mare o lo solcano in cerca di speranza e di un futuro migliore”, di fronte ad “una maggiore pressione del cosiddetto dumping sociale, che per i marittimi equivale a prendere o lasciare” la Chiesa sambenedettese punta il dito contro “la scarsa coesione che a volte si riscontra negli stessi marittimi”. “Un cambiamento – si legge – avviene quando c’è coesione; quando si diventa un’unica voce e un unico cuore si riesce ad ottenere ciò che è giusto”. Per questo, “il primo servizio che può offrire la Chiesa è provare a costruire quest’unità iniziando a porre segni reali e concreti di solidarietà”. Per la diocesi di San Benedetto del Tronto, la manifestazione di domani servirà per “far presente al governo ed alle istituzioni tutte lo stato di difficoltà che sta vivendo, ormai da troppi anni, il mondo della pesca e sollecitare un tavolo di concertazione per discutere e trovare soluzioni comuni agli attuali problemi del settore”.