Giunge quest’anno alla III edizione il concorso letterario internazionale “Festa dei Popoli Aversa”, evento ideato nell’ambito dell’iniziativa diocesana che mira a sensibilizzare verso i temi dell’accoglienza, dell’integrazione, della valorizzazione delle identità culturali e delle tradizioni delle varie confessioni religiose. Nel partecipare al concorso, la cui cerimonia di premiazione è fissata per sabato prossimo 29 ottobre, alle ore 18, presso il Seminario vescovile di Aversa, alla presenza del vescovo, monsignor Angelo Spinillo, gli autori si sono impegnati a trattare nelle loro opere le tematiche della solidarietà, dell’amicizia, della pace e del dialogo interculturale. Il podio dei vincitori, maturato al termine delle valutazioni alle quali è stata chiamata la giuria interreligiosa internazionale, presieduta dal vescovo Spinillo, vede al 1° posto, “Il fiore della fratellanza” (Ugo Criste di Genova); al 2° posto, “Una vecchia casa” (Carmela Basile di Cesa, Ce); al 3° posto, “Un sogno di mille colombe” (Pierrette Cherbonnier dalla Francia). Nel corso della cerimonia saranno premiati anche 7 ex-aequo classificatisi al 4° posto e 7 segnalazioni di merito.
“Festa dei Popoli è il frutto della fertile collaborazione di cinque uffici della nostra diocesi di Aversa (Ecumenismo e dialogo, Migrantes, Caritas, Missionario, Comunicazioni sociali) – sottolinea don Nicola Barbaro, direttore dell’Ufficio Migrantes – una sinergia che si sviluppa durante l’intero anno pastorale in un percorso fatto di incontri, iniziative ed esperienze. Il tutto sempre nel segno dell’accoglienza, dell’inclusione e della comprensione dell’altro che, affacciandosi nelle nostre terre, porta sempre prima di tutto un messaggio di umanità”. Per il direttore dell’Ufficio Ecumenismo e dialogo don Peppino Esposito, “la presenza di numerosi elaborati (160 circa), giunti anche da diverse nazioni straniere, ci dà l’idea di quanto il tema trattato sia sentito e testimonia la ‘sensibilità’ dell’Occidente nel dare accoglienza ai fratelli africani, oltre che la disponibilità nella loro integrazione nel nostro tessuto sociale”.