Carceri: Tv2000 entra al ‘Due Palazzi’ di Padova con doc ‘Mai dire mai’. Proiettato oggi in anteprima nazionale

E’ stato proiettato oggi in anteprima nazionale all’interno della casa di reclusione ‘Due Palazzi’ di Padova, il docufilm ‘Mai dire mai’ di Andrea Salvadore, promosso da Tv2000 e Diocesi di Padova. All’anteprima erano presenti 60 detenuti del carcere ‘Due Palazzi’, il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, il direttore di Rete di Tv2000, Paolo Ruffini, il regista, Andrea Salvadore, il direttore della Casa di reclusione, Ottavio Casarano, il viceprefetto, Aldo Luciano, il consigliere comunale, Nicolò Calore, la delegata del Rettore per il progetto ‘Poli Carcerari’, Francesca Vianello e il generale di brigata, Lorenzo Oscar Silvestrelli in rappresentanza del Provveditorato regionale per il Triveneto. Il documentario, annunciato in occasione della 73a Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, è un viaggio attraverso i volti e le storie di chi ha commesso un reato e non solo. Dieci persone detenute (otto uomini e due donne) nel carcere “Due Palazzi” di Padova e alla “Giudecca” di Venezia. Le loro esperienze saranno narrate in due puntate, trasmesse da Tv2000 in seconda serata, il 6 e 13 novembre, in occasione del Giubileo dei carcerati, nell’anno straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco. Alternano le narrazioni dei detenuti l’intervista al vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, le esperienze dei cappellani del carcere di Padova, don Marco Pozza, e di Venezia, fra Nilo Trevisanato, il dialogo con i direttori delle case di reclusione Ottavio Casarano (Padova) e Gabriella Straffi (Venezia) e la voce di operatori di altre realtà che operano nelle due “case di pena”. “Come si fa a raccontare in tv – ha detto il direttore di Rete di Tv2000, Paolo Ruffini durante l’anteprima – l’incontro in carcere con uomini e donne che stanno scontando pene anche gravissime senza restare prigionieri di stereotipi che non ce le fanno incontrare davvero? Questo documentario prova a rispondere a questa domanda con l’essenzialità estrema e il rigore di Andrea Salvadore, che ci accompagna in incontri che mai avremmo fatto e mai più faremo”. “Oggi il ‘Due Palazzi’ – ha proseguito il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla – è il centro della città e la presenza delle istituzioni è il segno dello sguardo di Padova in questo carcere. Qui è chiara ed evidente la presenza della sofferenza e dell’errore. In tanti hanno ammesso i propri sbagli e ora stanno pagando. Il fatto che la città sia presente, ascolti, usi la misericordia è davvero un miracolo. La guarigione non è riservata solo a chi ha commesso uno sbaglio ma anche alla stessa città. In questo mondo del carcere c’è bisogno di tenerezza e misericordia. E solo insieme si giunge ad una crescita. I percorsi di formazione fuori e dentro il carcere sono fondamentali: esiste un mondo in cui la misericordia deve essere sperimentata continuamente. Nell’Anno della Misericordia 30 parrocchie hanno visitato questo carcere: hanno celebrato la Messa e ascoltato i detenuti. Così si è creato un legame e dato umanità alla condizione in cui vivono i carcerati”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy