Vescovi chiese orientali: incontro a Fatima. Le testimonianza di Gregorios III di Antiochia e di mons. Shevchuk

All’incontro dei vescovi delle Chiese orientali cattoliche in Europa, promosso dal Ccee (Lisbona-Fatima, Portogallo, 20-23 ottobre), sono intervenuti il patriarca Gregorios III Laham di Antiochia dei greco-melchiti e Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halych. Il primo ha ricordato come i cristiani in Siria stanno vivendo una lunga via crucis – spiega una nota Ccee – che ha portato a uno “tsunami di emigrati” con la conseguente diminuzione dei cristiani nel Paese. Ma accanto alle tante sofferenze che i siriani stanno vivendo, il patriarca greco-melchita ha mostrato come questo tempo di prova sia anche connotato da una grande diaconia (servizio caritatevole) tra gli stessi cristiani, da un migliore e più intenso rapporto tra popolo e gerarchia ecclesiale, e da un ecumenismo di vita che supera le divisioni ecclesiali. Dal canto suo, l’arcivescovo ucraino Sviatoslav Shevchuk, ha detto di vedere in questo “incontro-pellegrinaggio” un’occasione per riflettere su “come essere padri e pastori per i nostri immigrati che vivono in altri paesi d’Europa”. Il capo della Chiesa greco-cattolica d’Ucraina ha anche sottolineato la valenza positiva di questa peculiare migrazione. I fedeli delle chiese cattoliche orientali nei Paesi occidentali non sono solo oggetti di cura pastorale, ma veri e propri “agenti della nuova evangelizzazione”.

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