Mamma morta a Catania: Boscia (Amci), “No obiezione di coscienza quando donna è in pericolo”

L’Associazione medici cattolici italiani, riunita a Roma in occasione del convegno su “Fragilità e dolore nel contesto giubilare della misericordia”, in corso all’Università Urbaniana, interviene con una nota sul caso della donna morta a Catania con i due gemellini che portava in grembo. L’Amci, si legge, è “da sempre impegnata a sollecitare i medici ad esercitare l’obiezione di coscienza come esercizio di un diritto di valore costituzionale recepito nel codice di deontologia medica” e, in relazione a quanto avvenuto a Catania, “ritiene doveroso ribadire che non può essere invocata l’obiezione di coscienza quando la donna versa in pericolo di vita”. Un’ipotesi, ricorda Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dei medici cattolici, “prevista nell’ultimo comma dell’art. 9 della legge 194”. “Di fronte al pericolo di morte della madre – conclude Boscia -, deve scattare l’obbligo grave e irrinunciabile per il medico di fare tutto il possibile per salvarla”.

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