Consiglio europeo: Renzi, “vertice di routine”. Sulle migrazioni “parole buone, ma aspettiamo i fatti”

(Bruxelles) “Non vengo qui per dire sempre sì”: Matteo Renzi, presidente del Consiglio italiano, conclude la conferenza stampa dopo il Consiglio europeo ribadendo la posizione del suo governo sull’Ue e sui rapporti con gli altri Paesi membri. “È finito il tempo degli assegni in bianco firmati all’Europa”. I riferimenti sono molteplici: alla questione delle migrazioni, sulla quale richiama gli altri governi a fare la loro parte per l’accoglienza, come stabilito al summit del settembre scorso; sul bilancio e le procedure di infrazione; sulla politica estera; sui rapporti con Merkel e Germania. Parla di un “Consiglio europeo di routine”, “ordinario”. Aggiunge che “sulla questione migratoria abbiamo sentito qualche parola buona, ma ora ci aspettiamo i fatti”, che dovrebbero giungere dal Consiglio di metà dicembre. Puntualizza l’orientamento italiano – molto critico – sulla Russia (Siria, Ucraina) e poi spiega che in vista del 70° dei trattati istitutivi saranno organizzate a Roma il prossimo marzo grandi iniziative “nelle quali coinvolgere non i soliti nomi ma università, giovani, associazioni, cittadini”. Quindi puntualizza: “Non abbiamo chiesto maggiore flessibilità” sulla manovra finanziaria, semmai il riconoscimento delle situazioni eccezionali (migrazioni, terremoto) che i trattati indicano nella definizione dei bilanci statali.

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