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Europa: mons. Moraglia (Venezia) su Ue e migrazioni, “inaccettabili mancanza di realismo e lungimiranza”

“L’Europa, nell’attuale e non facile contesto internazionale, è chiamata a un compito epocale a favore di popolazioni più o meno vicine. Se vorrà e saprà onorarlo, ne riceverebbe una forte legittimazione politica nel presente e nel futuro”: lo ha dichiarato questa mattina il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, salutando i partecipanti del meeting promosso dal gruppo per il Dialogo interculturale con le Chiese e le istituzioni religiose del Ppe, in corso a Sacca Sessola (Venezia), sul tema “Costruire la pace e la sicurezza per l’Europa e le popolazioni vicine”. Nel ribadire la “grave responsabilità” che spetta oggi alle religioni nell’“edificare la cultura dell’incontro e della pace” e così “allontanare ogni forma di radicalismo e fondamentalismo“, il patriarca Moraglia ha sottolineato: “Tale concretezza e realismo sono chiesti, anche, nelle rispettive sfere di azione e di competenza, tanto alla comunità politica dell’Europa quanto ai Paesi che la compongono. Tutto questo deve, alla fine, evidenziarsi di fronte ai fenomeni epocali – in primis la realtà dei profughi e dei migranti – che ci coinvolgono, ci riguardano e, se non affrontati e regolati con magnanimità e lungimiranza politica, finiranno per travolgerci”.
In tale contesto, secondo Moraglia “la mancanza di realismo e lungimiranza sono inaccettabili. Siamo dinanzi a un fenomeno storico di massa, che non avrà risposte in tempi brevi e domanda maggiore responsabilità da parte di chi a livello sovranazionale – europeo, ma non solo – si è limitato, fino ad oggi, a dichiarazioni e poco più, lasciando sole e a mani nude le comunità nazionali (l’Italia in particolare) e i singoli territori a gestire questi flussi migratori sempre più ingenti”. Il vescovo ha aggiunto: “Il realismo, la non-indifferenza, la capacità di progettare e prendere decisioni con un orizzonte più ampio rispetto al breve periodo sono – ritengo – i passi necessari che oggi sono richiesti a quanti si impegnano, con buona volontà e determinazione, a costruire la pace e la sicurezza del continente europeo con lungimiranza politica anche nei confronti del benessere e dello sviluppo delle popolazioni vicine, che guardano all’Europa con una speranza mista a qualche timore”.

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